CON UN VINO, ASSAPORARE UN MONDO

CON UN VINO, ASSAPORARE UN MONDO

Dalla montagna al mare

I tratturi principali andavano dalla montagna al mare, imponenti vie della transumanza larghe di norma 60 passi (111 metri) e lunghe fino a 250 km. Tra loro era intessuta una fitta rete di vie minori, i tratturelli, che innervavano ogni lembo di questa terra di pastori.
Oggi la maggior parte di essi è andata perduta, trasformata in strade, coltivazioni e vigneti.
Ma ovunque si vada, in Abruzzo, si finirà sempre, magari senza saperlo, col calpestare un antico tratturo.

Dalla montagna al mare

I tratturi principali andavano dalla montagna al mare, imponenti vie della transumanza larghe di norma 60 passi (111 metri) e lunghe fino a 250 km. Tra loro era intessuta una fitta rete di vie minori, i tratturelli, che innervavano ogni lembo di questa terra di pastori.
Oggi la maggior parte di essi è andata perduta, trasformata in strade, coltivazioni e vigneti.
Ma ovunque si vada, in Abruzzo, si finirà sempre, magari senza saperlo, col calpestare un antico tratturo.

Nel solco della tradizione

Anche dove il tracciato è scomparso, la lunga scia dei tratturi rimane spesso intuibile sotto traccia, disegnata spesso dalle cesure tra i vigneti o da lunghi, brulli appezzamenti di terra che scendono dalla collina. Come rimangono ancora, lungo la strada, le tappe che scandivano il cammino pastorale, nei borghi e nelle chiese rurali che ne costituivano le soste.

Nel solco della tradizione

Anche dove il tracciato è scomparso, la lunga scia dei tratturi rimane spesso intuibile sotto traccia, disegnata spesso dalle cesure tra i vigneti o da lunghi, brulli appezzamenti di terra che scendono dalla collina. Come rimangono ancora, lungo la strada, le tappe che scandivano il cammino pastorale, nei borghi e nelle chiese rurali che ne costituivano le soste.

In una terra di pastori

Inerpicati sulle falde della Maiella, selvatici ma aperti al mondo e al cammino, depositari di un rapporto ancestrale con la natura, i pastori d’Abruzzo vivono ancora nelle nostre terre. Se li incontrate vi offriranno poche parole e forse un pezzo di formaggio, che volentieri accompagneranno con il buon vino che gli porterete. Un vino abruzzese come il Pecorino vive oggi anche grazie a loro, alle loro greggi che hanno concimato i vigneti nel loro perenne andare.

In una terra di pastori

Inerpicati sulle falde della Maiella, selvatici ma aperti al mondo e al cammino, depositari di un rapporto ancestrale con la natura, i pastori d’Abruzzo vivono ancora nelle nostre terre. Se li incontrate vi offriranno poche parole e forse un pezzo di formaggio, che volentieri accompagneranno con il buon vino che gli porterete. Un vino abruzzese come il Pecorino vive oggi anche grazie a loro, alle loro greggi che hanno concimato i vigneti nel loro perenne andare.

Nel cuore dell’Abruzzo, nel cuore dell’Italia

Se non appartiene al novero delle regioni d’Italia più conosciute, l’Abruzzo è tuttavia una delle più caratteristiche.
Incastonata nel centro della penisola, rappresenta ancora, dalle vette più alte dell’Appennino al lungo litorale adriatico, il ritratto autentico dell’Italia dei borghi: la più suggestiva e la più amata, per molti versi rinnovata, ma ancora non tradita, dalla modernità.
È qui, nel comune di Atessa, che la nostra famiglia risiede da secoli.

Nel cuore dell’Abruzzo, nel cuore dell’Italia

Se non appartiene al novero delle regioni d’Italia più conosciute, l’Abruzzo è tuttavia una delle più caratteristiche.
Incastonata nel centro della penisola, rappresenta ancora, dalle vette più alte dell’Appennino al lungo litorale adriatico, il ritratto autentico dell’Italia dei borghi: la più suggestiva e la più amata, per molti versi rinnovata, ma ancora non tradita, dalla modernità.
È qui, nel comune di Atessa, che la nostra famiglia risiede da secoli.